1. Il modo di concepire, organizzare e gestire la conoscenza sta cambiando in maniera profonda. Non basta più distribuire istruzione perché le persone apprendano.
2. Apprendere vuol dire innanzitutto capire, poi approfondire (studiare) e infine applicare a contesti reali (lavoro, famiglia, amici, ecc.) ciò che si è approfondito (studiato).
3. Per acquisire nuovi saperi e competenze, per dare valore a ciò che si sa e a ciò che si sa fare occorre dunque non solo studiare ma anche riflettere, capire, fare, sperimentare, collegare, comunicare, donare.
4. La capacità di collaborare, connettersi, stabilire relazioni è destinata a diventare sempre più importante nei processi di apprendimento.
5. Il successo o il fallimento delle tecnologie, il loro carattere «amichevole», è connesso alla loro capacità di dare voce al bisogno di relazione, costruzione, partecipazione e dunque apprendimento delle persone.
6. Sviluppare le potenzialità delle persone vuol dire creare le condizioni affinché esse non siano ricettrici passive di informazioni pre selezionate dal leader o dal docente ma protagoniste attive, esse stesse costruttrici di ambienti di apprendimento, soggetti in possesso degli «arnesi» necessari per comprendere e analizzare in maniera critica una determinata situazione o contesto, per prendere decisioni anche in presenza di elevata ambiguità e incertezza, per risolvere problemi.